giovedì 31 luglio 2008

La sinistra dopo il congresso Prc - Tra il Pd e la "dacia" di Diliberto



Claudia Fusani
La Repubblica
29 luglio 2008
Il sondaggio di Repubblica.it: per la maggioranza dei lettori a sinistra del Pd c'è spazio per un solo partito

ROMA - Che ne sarà adesso dei quattro partiti che avevano dato vita al progetto, fallito, dell'Arcobaleno? Il mese dei congressi di Sinistra democratica, Comunisti italiani, Verdi e - più di tutti - Rifondazione, doveva dare risposte e indicazioni. Delle prime non si vede traccia. Le seconde abbondano. E la fotografia che abbiamo sotto gli occhi resta ancora molto sfuocata anche se definita da confini abbastanza certi.
Il sondaggio. L'umore dei lettori è misurato da un sondaggio di Repubblica. it (a cui è ancora possibile rispondere) lanciato dieci giorni fa. Un quesito e cinque opzioni di risposte: "E' il mese dei congressi delle forze politiche che facevano capo alla Sinistra Arcobaleno.
Secondo voi, a sinistra del Pd:
1) C'è spazio per una sola forza politica;
2) c'è spazio per un partito di sinistra e per uno ambientalista;
3)non c'è spazio per altri partiti;
4) possono esistere solo i movimenti;
5) non so".
La maggior parte dei lettori (50% su 33 mila risposte) dice che c'è spazio per una sola forza politica. A ruota (23%) si affaccia l'idea di un partito di sinistra e di uno ambientalista. Il 14% è convinto che, a sinistra del Pd, ci possano essere solo i movimenti; l'11 per cento che non c'è spazio per altri partiti.

La nebulosa. Il sondaggio, che non ha alcuna pretesa di scientificità, va verso la semplificazione del quadro politico. L'opposto di quella che è la situazione nella sinistra radicale dopo un mese di congressi e scelte di linee politiche. Più simile a una nebulosa che a una costellazione. Un quadro che gli stessi segretari appena eletti, confermati o sconfitti, preferiscono maneggiare con cura. Ma che devono affrontare il prima possibile.
La nebulosa, quindi. E' dominata da due poli "attrattivi" , uno più spostato verso il centro - il Pd - e uno più verso l'estrema sinistra, la sinistra radicale dove - semplificando - domina la falce e il martello. E' più semplice partire da qui, dai pugni chiusi, da Bandiera Rossa e da quello che è stato definito "armamentario da vecchio museo".

La dacia di Diliberto. Qui, in qualche modo, il padrone di casa sembra essere Oliviero Diliberto, appena riconfermato
segretario dei Comunisti italiani, la scelta del ritorno al "centralismo democratico", cioè divieto di ogni corrente. Il sogno di Diliberto è: "Comunisti uniamoci", romanticamente, sotto la stessa dacia. Il professore non ha commentato più di tanto la vittoria di Ferrero e della prospettiva comunista. "Sono certo - ha detto al neoeletto segretario di Rifondazione - che da oggi possa iniziare un percorso comune, un periodo di fattiva collaborazione fra i due partiti". C'è, ad esempio, la manifestazione contro il governo sui temi sociali prevista per l'autunno sia dal congresso del Pdci che da quello di Rifondazione. I punti di unione tra Diliberto e la Rifondazione di Ferrero-Grassi-Pegolo e Giannini sono anche molti altri: il comunismo, la lotta di classe, i simboli, il no ad ogni ipotesi di riedizione dell'Arcobaleno, e più di tutto il no ad ogni accordo col Pd. Insomma, forte identità, quasi settarismo, molto a sinistra e molto dal basso, molto di lotta e mai più di governo. Opposizione a vita e mani libere.

Uno scenario che, aggiustato e meglio definito, potrebbe allettare altri transfughi di Rifondazione come il Partito comunista dei lavoratori (Pcl) di Marco Ferrando e la Sinistra critica di Cannavò, Malabarba e Flavia D'Angeli. Quattro sigle che messe insieme sotto lo stesso simbolo possono pensare di raggiungere il 4-5 per cento.

La costituente di Sd - Più deluso di tutti per come sono andate le cose a Chianciano, oltre lo sconfitto Nichi Vendola, è il coordinatore di Sinistra democratica Claudio Fava. Il partito era nato nell'aprile 2007 dopo l'ultimo congresso del Pd e in polemica con l'idea stessa di Pd. Il disastro elettorale ha disperso le già poche truppe. Fava ha rilanciato, all'inizio di luglio, con l'idea della
Costituente di sinistra che sarà in dialogo dialettico e continuo, sulla base di punti di programma certi e definiti, con il Pd di Veltroni. Il primo appuntamento è il 20 settembre. Ferrero è stato chiaro: mai col Pd. Diliberto ha in testa la dacia dei comunisti. I Verdi sono un po' in mezzo al guado. Con chi fare allora la Costituente? "Il progetto va avanti" spiega oggi Fava in un'intervista all'Unità "e deve partire subito o è già finito. Gli elettori ci dicono mai più ciascuno a guardia del proprio museo e ci chiedono di riorganizzare la sinistra in un campo molto più vasto e inclusivo. Invece, cantare Bandiera Rossa è come fare la guardia al proprio museo".

Il dilemma verde. La spaccatura di Rifondazione riflette, con le dovute differenze, la divisione nei Verdi.
Grazia Francescato è stata eletta portavoce dieci giorni fa, in continuità con la gestione Pecoraio Scanio e con forti differenze rispetto alle corrente di Marco Boato, l'ex deputato che al congresso ha strappato un buon successo personale. Francescato ha commentato a caldo chiudendo a Ferrero e aprendo allo sconfitto, per otto voti, Nichi Vendola. "Auguri a Ferrero - ha detto- ma ora Vendola ha le mani libere per costruire il futuro di una sinistra fuori dagli schemi e all'altezza delle sfide del prossimo millennio, cosa che se fosse diventato segretario con una maggioranza risicata, non gli sarebbe stata permessa". Messaggio chiaro: insieme per una costituente di sinistra. Ma come la mette con l'anima più radicale che l'ha votata, Paolo Cento, De Petris, Bonelli? In quanto a mani libere, nei Verdi le ha forse di più Marco Boato che il 26 ottobre lancia nelle elezioni in Trentino il simbolo del Sole che ride con la dicitura "Verdi e democratici nel Trentino" e dove in lista, tutta di indipendenti, ci sarà Lucia Coppola, ex capogruppo di Rifondazione. L'ex deputato dice "no ad ogni riedizione mascherata di Arcobaleno". "Diliberto e la Rifondazione di Ferrero sono scelte identitarie che difendono spazi da riserva indiana" aggiunge. Fatta questa premessa, quale futuro per i Verdi? "E' presto per parlare di modalità di confronto ed eventuali alleanze. I Verdi che ho in mente li immagino comunque con un proprio simbolo e disponibili ad alleanze col centrosinistra, con una vocazione alla cultura di governo anche se sono all'opposizione e fuori dal Parlamento".

Il boccino in mano a Vendola. Che farà il governatore della Puglia? Esce e porta fuori Rifondazione 2? Oppure resta e fa opposizione dall'interno? La domanda deve fare i conti con due scadenze elettorali molto importanti: il voto anticipato in Abruzzo travolto dallo scandalo sanità e dove Rifondazione è in giunta e le Europee. La linea ufficiale è restare. Ma l'area
"Rifondazione per la sinistra", i vendoliani, si riunisce oggi a Roma per la prima volta e a settembre avranno anche un loro organo di informazione. Ma se Vendola esce e allea con sé Sd, parte dei socialisti, parte dei Verdi, creando quel partito di sinistra indicato dal sondaggio, porta via voti al Pd e non certo alla sinistra della falce e del martello. Se Vendola resta può invece prendere tempo, che non guasta, e attendere qualche fibrillazione interna. C'è più di un mese di tempo per riflettere. Anche per il Pd che se non trova spazi e alleanze a sinistra deve per forza guardare al centro.

COMMENTO

Francamente l'argomento non mi interessa. Sono corresponsabili della caduta del governo Prodi, della sonora sconfitta elettorale, stiano un po' in purgatorio: hanno combinato solo guai.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono qualificata per parlare di politica perché poco me ne intendo, ma a me, ignorante in materia, sembra che(sigle a parte) un partito seriamente comunista non sia esistito in Italia, almeno negli ultimi anni.Forse non ce n'era nemmeno più bisogno, visto l'imborghesimento generale e la corsa all'arricchimento personale al fine di poter soddisfare tutti i sogni e i bisogni individuali, perdendo di vista etica e senso sociale. Abbiamo accolto gli extracomunitari non perché avessimo a cuore i loro destini sventurati ma perché , nuovi schiavi, facessero per noi i lavori pesanti e degradanti con la minima spesa. Quali lotte sono state fatte per gli sfruttati, quali posizioni questi partiti hanno preso per denunciare privilegi, ruberie e prevaricazioni delle varie "caste"? Secondo me, la sinistra comunista era morta prima ancora che un'elezione eseguita con regole poco democratiche la estromettesse dal Parlamento.
E infine, non hanno fatto altro che combinare guai come dici tu, presi com'erano a combattersi fra loro.
rossana

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il PCI lo era, almeno fino a Berlinguer, poi sono subentrati i vari Veltroni, D'Alema, Fassino ...