venerdì 31 luglio 2009

"Il clan appoggiava il simbolo col sole". La gola profonda racconta il sistema

Il pm Desireè Digeronimo

BARI - I voti, tre tornate elettorali distinte, la criminalità organizzata, un pentito. E poi un sole, attorno al quale ruota tutto quanto il resto. C'è anche questa storia agli atti d'indagine della procura di Bari, un tassello che fa ipotizzare al pm Desireè Digeronimo l'aggravante mafiosa. La vicenda comincia a fine maggio, qualche giorno prima del primo turno delle elezioni comunali a Bari. Davanti alla Digeronimo, che solitamente si occupa di malavita, è seduto Giacomo Valentino, il numero due del clan Strisciuglio, il più importante a Bari, pentitosi da qualche mese. Parlano di racket e di droga, quando il capo della Squadra mobile, Luigi Liguori, gli chiede: "Durante le elezioni come vi comportate?".

Valentino sorride e racconta. "Io sono uscito a fine 2004 e so qualcosa delle elezioni regionali del 2005. C'era qualcuno che ci chiedeva i voti - dice, in sintesi - e noi davamo il nostro appoggio elettorale: i soldi arrivavano perché attaccavamo i manifesti ma soprattutto perché ci davano una mano con i circoli".

Siamo al quartiere Libertà, il regno degli Strisciuglio. "Facevano risultare le associazioni come sezioni di partito, così non avevamo problemi con la polizia e potevamo rimanere sempre aperti". Ma chi pagava? "Non lo so, a me la politica non interessa - risponde Valentino - Era mio fratello che gestiva la cosa. Comunque mi sembra che erano quelli con il simbolo del sole".

Il primo interrogatorio finirà lì. Poi Valentino, difeso dall'avvocato Gianfranco Grandaliano, sarà ascoltato in almeno altre due occasioni dagli uomini del comando operativo dei carabinieri che hanno preso in mano l'indagine. Il capitano Michele Cataneo gli chiederà una serie di riscontri e Valentino li offrirà, fino a identificare anche una persona. Ma chi sono quelli con il simbolo del sole?

A quella competizione hanno il sole due partiti: i Socialisti autonomisti (un computer e dietro un sole) di Alberto Tedesco e il Partito socialdemocratico (Psdi) di Mimmo Magistro. I due movimenti a quelle elezioni corrono insieme, con un logo che raccoglie entrambi i simboli e quindi tutti e due i soli. Dopo le regionali del 2005, poi, si divideranno: Tedesco a sinistra e Magistro a destra.

I carabinieri, però, seguendo la traccia dell'apertura dei circoli proseguono le indagini e si rendono conto che il sistema non cambia: dalle politiche del 2006, quelle del 2008 fino alle comunali del 2009 molti di quei circoli restano aperti. Alcuni rimarranno nella disponibilità del Psdi, altri invece passeranno con un altro partito del centrodestra gestito dalla terza persona identificata da Valentino.

Spiega Magistro, che è anche segretario nazionale del Psdi: "Io di questa storia non so nulla. E' vero che abbiamo circoli in quel quartiere ma è anche vero che abbiamo dato mandato di chiuderli nei giorni scorsi: non abbiamo avuto riscontri a queste amministrative, significa che non hanno votato per noi alle elezioni". Dice invece Tedesco: "Io questo Valentino non so nemmeno che sia. E poi se avesse fatto riferimento al mio simbolo avrebbe indicato il computer, che era in primo piano, e non il sole".

(31 luglio 2009)

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