giovedì 31 dicembre 2009

Appelli, primarie, "No B Day". Un anno di politica via Internet


di CARMINE SAVIANO


Internet e la politica. Un binomio che nel 2009 ha fatto breccia anche nel nostro Paese. Con la rete che ha commentato, criticato e a volte dettato l'agenda nazionale. Dalle 10 domande di Repubblica a Berlusconi al congresso del Pd, dal video virale che ha lanciato la Serracchiani fino al No B Day. Facebook e Twitter, la variegata galassia dei blog e i forum dei partiti. Luoghi virtuali dove si è sviluppata la più reale delle pratiche: la discussione politica. Migliaia di interventi e iniziative, a delineare una nuova dimensione della partecipazione democratica. Con vizi e virtù: dal qualunquismo dei 'fan di Massimo Tartaglia' alla forza dei volti delle migliaia di 'donne offese dal premier'.

Eluana. La rete inizia a trasmettere segnali all'inizio di febbraio, quando tutti gli occhi sono puntati sulla clinica 'La Quiete' di Udine. Molti utilizzano il web per manifestare solidarietà ai genitori di Eluana Englaro, che hanno deciso di applicare alla figlia il protocollo terapeutico che sospende le cure. Si promuovono petizioni per sostenere la scelta di Beppino Englaro, la cui pagina su Facebook raggiunge in poco tempo i 12mila fan. Altri gruppi nascono per manifestare il proprio apprezzamento al presidente Napolitano che non firma il decreto del governo che impone l'alimentazione forzata. Centinaia di blogger si mobilitano per realizzare sit-in a Palazzo Chigi. Una protesta che si spegne in silenzio la sera del 6 febbraio.

Serracchiani. Il 21 marzo 2009 inizia a girare su Youtube un video che in pochi giorni sarà cliccato da quasi cento mila utenti. E' l'intervento di tredici minuti con cui Debora Serracchiani striglia Dario Franceschini e il Partito Democratico. Il filmato diventa un cult su Twitter e Facebook e il giovane avvocato di Udine diventa simbolo di un possibile rinnovamento del Pd. Arrivano interviste e inviti sui media nazionali e internazionali. E non si tratta di un fuoco di paglia. A giugno la Serracchiani diventa europarlamentare con 144mila preferenze e a ottobre è eletta segretario regionale del Pd in Friuli Venezia Giulia.

Noemi. Alla fine di aprile una delle foto più ritoccate del web è quella che mostra Silvio Berlusconi alla festa per il 18° compleanno di Noemi Letizia. E' il Casoriagate, il primo di una serie di scandali che coinvolgono il premier. Che nel tentativo di difendersi cambia più volte versione dei fatti. Contraddizioni che portano Repubblica a rivolgergli 10 domande. Al silenzio di Berlusconi fa da contraltare l'urlo della rete. E' un onda digitale: le dieci domande vengono pubblicate ovunque, tradotte in decine di lingue. Su Facebook in 120mila chiedono a Berlusconi delle risposte. Il tam tam continua per mesi. Migliaia di gruppi prendono di mira prima i silenzi di 'Papi', poi gli attacchi che il presidente del Consiglio rivolge alla stampa. Il 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia, i blogger proclamano il loro primo sciopero generale. Per un giorno la rete è silenziosa. Poi si ricomincia.

Dopo l'estate l'occhio di internet resta puntato sulle vicende del premier. Le escort, le feste a Villa Certosa e a Palazzo Grazioli. Opacità cui i cittadini chiedono conto attraverso il web. Una community che si materializza anche nelle iniziative di Repubblica. it. Milioni di firme e migliaia di foto per sottoscrivere la propria distanza dai comportamenti pubblici e privati del Presidente del Consiglio. I lettori di Repubblica firmano e diffondono gli appelli dei giuristi per la libertà di stampa e di Roberto Saviano contro il processo breve. In risposta a Berlusconi inviano migliaia di foto nelle quali si dichiarano farabutti. E quando il premier offende Rosy Bindi, il presidente del Pd riceve la solidarietà delle lettrici che si dichiarano 'donne offese dal premier'.

Le primarie del Pd. Il web entra da protagonista anche nella vita dei partiti. I tre aspiranti al ruolo di segretario del Pd realizzano online una sfida nella sfida. Da Youtube a Facebook, dai siti dedicati alle proposte degli elettori alle web-tv, Bersani, Franceschini e Marino inondano il web di slogan e proposte. Con il neosegretario che annuncia su Twitter la propria vittoria. Ma i forum raccolgono anche voci che criticano la linea ufficiale dei partiti. Come Spazio Azzurro, il forum ufficiale del Pdl zeppo di attacchi al presidente della Camera Gianfranco Fini; o PdNetwork che in varie occasioni - dalla querelle sulle posizioni della Binetti in merito alla legge sull'omofobia alla partecipazione del partito di Bersani al No B Day - dà voce ai dissidenti interni. Un modo 'sanò di utilizzare la rete, che si contrappone a quello di gruppi come "Uccidiamo Berlusconi".

No B Day. Il No B Day è il momento in cui si manifesta al meglio l'intreccio tra web e politica. Il 5 dicembre un milione di persone è a Roma in Piazza San Giovanni per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio. E' il popolo viola, nato due mesi prima, il 7 ottobre, all'indomani delle esternazioni di Berlusconi dopo la sentenza della Corte Costituzionale che aveva bocciato il Lodo Alfano. Un gruppo di blogger crea una pagina Facebook che in poco più di due settimane raggiunge le 250mila adesioni. Creando scompiglio tra tutte le forze politiche.

L'aggressione a Berlusconi. E appartengono ancora alla cronaca le recenti polemiche scatenate dai gruppi Facebook che raccolgono 'fan di Massimo Tartaglia', l'uomo che la sera del 14 dicembre ferisce Berlusconi in Piazza Duomo a Milano. O quelli che inneggiano a Susanna Maiolo, la venticinquenne che tenta di aggredire Benedetto XVI la sera del 24 dicembre. E polemiche a non finire, sempre sul social network, per i gruppi a cui i sostenitori del premier cambiano oggetto per "appropiarsi" di decine di migliaia di firme. Con internet che diventa il primo punto dell'agenda politica tra richieste di chiusura e difesa a oltranza.

Una trama complessa quella tra web e politica. Un rapporto problematico e affascinante. Da affrontare, come è stato scritto, con un'unica certezza. Che "la rete è il nostro specchio" e non un "luogo di terrorismo". E che nessuno troverà mai "arsenali su internet".

(31 dicembre 2009)

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