sabato 30 gennaio 2010

"Io con Berlusconi, macché complotto". La D'Addario smentisce "Panorama".


di GABRIELLA DE MATTEIS E GIULIANO FOSCHINI


Nessun complotto. «Su quella notte con Silvio Berlusconi ho raccontato tutta la verità». Patrizia D'Addario passa al contrattacco smentendo categoricamente l'ipotesi di una macchinazione contro il premier avanzata sul numero di Panorama oggi in edicola. «Leggo - dice la D'Addario in un comunicato trasmesso dal suo avvocato, Maria Pia Vigilante - che sarei al centro di questo complotto ai danni del presidente del Consiglio e che per questa ragione avrei ricevuto un compenso. Apprendo anche di indagini su questo fantasioso complotto architettato da me ed altri non meglio specificati soggetti. Non mi resta che smentire ancora una volta tutti gli aspetti di tale teorema nonché augurarmi che la magistratura faccia chiarezza su tutta la vicenda nel più breve tempo possibile per fugare ogni dubbio».

La dichiarazione della D'Addario arriva poche ore dopo una nota ufficiale della procura di Bari che smentisce - seppur con un ostico lessico tecnico-giuridico che ha fatto storcere il naso a qualche magistrato - l'esistenza di un'indagine, per lo meno nei termini in cui la racconta il settimanale. «In merito alla notizia di stampa apparsa su Panorama - si legge nel documento - e relativa alla pretesa ipotesi di accordi fraudolenti miranti ad una calunniosa rappresentazione processuale, con conseguente iscrizione nel registro degli indagati di magistrati, politici, giornalisti o professionisti, questa Procura smentisce che vi siano iscrizioni di notizie di reato aventi tale contenuto». Ma Panorama conferma tutto parlando di «riscontri autorevoli e conferme granitiche» sulla presenza dell'inchiesta e ricordando come «nell'articolo non si sostiene dell'avvenuta iscrizione nel registro degli indagati di magistrati, politici o giornalisti ma che questi soggetti "compaiono a vario titolo" nell'inchiesta».

Intanto però la bolla è scoppiata. Ieri il procuratore capo Antonio Laudati era a Roma per l'inaugurazione dell'anno giudiziario ma tra i suoi sostituti c'era grande fermento, che è continuato anche dopo la pubblicazione della nota. È cosa risaputa da tempo dell'esistenza di un'indagine seria e delicata sulle fughe di notizie. Così come non era un mistero che, dopo le denunce dell'ex convivente della D'Addario, Giuseppe Barba (detto "Pinuccio Spaghetto") - pregiudicato barese accusato di essere stato lo sfruttatore di Patrizia - le indagini si erano concentrate proprio su Patrizia e sulla sua vita privata. Al momento però non ci sarebbero stati riscontri alle dichiarazioni dell'uomo.

Sarebbero in corso, invece, alcuni approfondimenti su alcuni incontri della D'Addario nei giorni precedenti al 31 maggio quando fu respinta dalle guardie del corpo di Berlusconi, in campagna elettorale a Bari, e decise di raccontare la sua storia. La vicenda ha già avuto ripercussioni politiche ed è entrata nella campagna elettorale. In mattinata il governatore Nichi Vendola ha ironizzato: «È nota l'ingenuità del presidente del Consiglio, quindi se qualcuno ha ordito un tale complotto bisogna sentirsi solidali nei confronti di un uomo che nonostante sia uno degli uomini ricchi e più potenti continua a coltivare un grado di ingenuità così spinto». Immediata la risposta del candidato del Pdl, Rocco Palese: «Vendola si vergogni: non si può fare ironia su cose così serie».

(30 gennaio 2010)

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