mercoledì 30 giugno 2010

“Non è Andreotti, condanna confermata”


di Sandra Amurri

La seconda sezione penale della Corte d’Appello di Palermo presieduta da Claudio Dall’Acqua ha confermato la sentenza di condanna di primo grado ma ha assolto Dell’Utri dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa per le condotte contestategli commesse in epoca successiva al 1992, perché il fatto non sussiste. La pena è stata ridotta da 9 a 7 anni.

Dottor Ingroia lei che in primo grado ha sostenuto la pubblica accusa assieme al Pm Gozzo come valuta questa sentenza?

Intanto occorre sottrarsi al gioco di interpretare il pensiero della Corte e attendere la motivazione per capire la ragione per cui i giudici hanno ritenuto che dal 1992 Dell’Utri abbia troncato i rapporti con Cosa Nostra. Voglio dire mentre nel processo Andreotti esisteva un evento, l’omicidio Mattarella, che i giudici hanno interpretato come troncante, in questo caso non esiste alcun episodio, dunque, a maggior ragione occorre attendere la motivazione per capire quale tipo di ragionamento è stato fatto. Ma al di là di questo esprimo soddisfazione in quanto la condanna è stata confermata. La riduzione della pena è un dato fisiologico in appello.

Soddisfatte sia accusa che difesa. Strano no?

Infatti mi resta molto difficile comprendere come ci si possa sentire soddisfatti per una condanna a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Allora, è esatto dire: condanna confermata, pena ridotta.

Sì. A Dell’Utri veniva contestato di essere stato riferimento costante per Cosa Nostra fino al 1996. L’Appello ha confermato che lo è stato fino al 1992. Sono stati assolti, dunque, quattro anni. Resta che è stato riferimento costante della mafia fino al 1992. Considerato che la Corte non si è dimostrata favorevole all’accusa, voglio dire nel senso che non era certamente appiattita sulla tesi del Pubblico Ministero visto che ha rigettato la vicenda Palazzolo, che ha tenuto fuori le indagini di Reggio Calabria, Ciancimino ecc…considero la sentenza di condanna doppiamente soddisfacente per me come per tutta la Procura di Palermo, ovviamente. Una sentenza che conferma nella sostanza quella di primo grado mentre è stata diminuita la pena detentiva.

Mentre è stato assolto per le stragi del ‘93 e per la presunta trattativa tra Stato e Cosa Nostra.

Deve essere chiaro che Dell’Utri non è mai stato imputato né per le stragi del ’93 né per la trattativa di cui come è noto le circostanze più significative vengono riferite da Ciancimino che la Corte ha ritenuto di non sentire.

Quindi non è giusto dire che la Corte abbia ritenuto Spatuzza non attendibile?

Non credo anche perché come è noto la Corte aveva deciso di non acquisire i riscontri alle dichiarazioni di Spatuzza mentre aveva acquisito solo le dichiarazioni dei fratelli Graviano che come è ovvio da mafiosi non potevano certamente confermare quelle di un collaboratore di giustizia qual è Spatuzza.

L’assunzione del boss Vittorio Mangano - un eroe per dell’Utri - come stalliere ad Arcore sancita durante una riunione nella sede della Edilnord tra lo stesso Dell’Utri, Berlusconi i boss Bontade e Teresi è rimasto un caposaldo della condanna in appello. Questo vuol dire che il collaboratore Francesco Di Carlo, che ha raccontato di essere stato presente all’incontro, è stato ritenuto credibile?

Esattamente. Così come è stato confermato che Mangano non è un eroe.

Visto che i fatti per i quali Dell’Utri è stato condannato risalgano al 1992, secondo lei esiste il pericolo prescrizione?

Credo proprio di no. Il reato si prescrive dopo 22 anni da quando è stato commesso dunque dovremmo arrivare al 2014 e mi sembra impensabile che non si abbia una sentenza definitiva prima di quella data. Sempre che con una legge ad personam non accorcino la prescrizione per i reati di mafia.

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