sabato 30 ottobre 2010

'Firme false per Nicole'


di Alessandro Capriccioli

Le irregolarità nella presentazione della lista Formigoni sono connesse con la volontà del premier di inserire a tutti i costi la candidata Minetti, oggi indagata per le feste ad Arcore. La denuncia del radicale Cappato

(29 ottobre 2010)

C'è un collegamento molto diretto tra le attività per le quali oggi è indagata Nicole Minetti (l'ex igienista dentale del San Raffaele eletta nel marzo scorso consigliere regionale in Lombardia) e le gravi irregolarità con cui alle regionali è stata presentata la lista Formigoni. E quanto sostiene il radicale Marco Cappato, promotore, insieme agli altri radicali, della denuncia sulle irregolarità nel listino di Formigoni.

Allora, Cappato, che c'entra il "bunga bunga" con le firme irregolari di Formigoni?
«Te lo dico in cinque minuti, ma per farlo c'è bisogno di un passo indietro».

Facciamolo.
«Bene, allora ti faccio una domanda io: secondo te è plausibile che una coalizione come quella di centrodestra (Pdl più Lega) che in Lombardia è fortissima, non sia riuscita a raccogliere 3.500 firme regolari in una regione di 12 milioni di abitanti, avendo per giunta a disposizione decine di migliaia di consiglieri comunali e regionali da usare come autenticatori?»

In effetti sembrerebbe un compito facile facile...
«Direi ridicolo. Quindi se non ce l'hanno fatta a portarlo a termine regolarmente dev'esserci un motivo preciso. E sai qual è? Fino all'ultimo giorno prima del deposito delle liste si sono scannati per inserire nei posti migliori - quelli blindati nella parte alta del listino bloccato - i candidati sponsorizzati da questo o da quell'altro».

Addirittura scannati?
«Certo. Le cronache locali raccontano addirittura che nell'ultima riunione siano volati schiaffoni, e non metaforici: da un lato c'erano i candidati graditi al Cavaliere, dall'altro i leghisti che volevano garantirsi quante più poltrone possibili...».

E quindi?
«E quindi fino all'ultimo non si sapeva su quali nomi raccogliere le firme: se avessero iniziato a farlo dopo la chiusura delle liste, come impone la legge, avrebbero avuto a disposizione solo poche ore. Una missione impossibile perfino per una coalizione così forte, perchè comunque un po' di tempo ci vuole, non foss'altro che per far certificare le firme dai comuni. Così, vista l'aria che tirava, qualcuno ha pensato di avvantaggiarsi, raccogliendo in anticipo le firme su liste "in bianco" (sono più della metà), e qualcun altro ha avuto l'alzata d'ingegno di falsificarle nel poco tempo che rimaneva tra la chiusura delle liste e il termine di presentazione. Poi c'è anche chi si è avvantaggiato falsificando, ma qua stiamo parlando dei fuoriclasse...e infine ci sono pure i "veggenti", che hanno chiesto ai comuni i certificati elettorali di gente che non aveva ancora firmato e che poi -guarda caso- firmerà nello stesso esatto ordine di emissione dei certificati (il mago Otelma in confronto non è nessuno)».

Un quadretto edificante, non c'è che dire: ma continua a sfuggirmi cosa c'entri col "bunga bunga".
«Uno dei candidati per cui la battaglia è stata più aspra fino all'ultimo era Nicole Minetti, l'igienista dentale di Berlusconi che ora è indagata per favoreggiamento della prostituzione».

Anche lei fu inserita al fotofinish?
«Certo, e la cosa è documentata. C'è un'intervista del 25 febbraio (parliamo di 48 ore dal termine di deposito delle liste) in cui lei stessa ammette che "non c'è nulla di definito". E le prime firme sul listino sono state raccolte e autenticate il 13 febbraio, vale a dire dodici giorni prima. Si chiama falso ideologico, e tutto per poterla infilare dentro all'ultimo secondo lei e un altro...».

Poi, due mesi dopo, la ritroviamo nell'anticamera della questura nella quale Ruby è stata fermata, proprio mentre arriva la telefonata della presidenza del Consiglio che fa pressioni per liberarla...
«Già. Ma fosse solo questa, la telefonata... ».

Prego?
«In questa storia ce ne sono tante, di telefonate. E anche di visite. Per esempio quella di Pasquale Lombardi, presunto faccendiere della cosiddetta P3, che va a trovare il giudice Marra...»

Il presidente della Corte d'Appello che si è dimesso per "ristabilire la verità" sulla P3?
«Proprio lui. Lombardi lo va a trovare dopo che l'ufficio elettorale ha sospeso il listino di Formigoni in seguito alla denuncia dei radicali: e ci va, come riporta Marra, con il ricorso dei legali di Formigoni in mano, tanto perché siano chiari i motivi della visita».

Non pare esattamente ineccepibile...
«Non lo è. Ma non è tutto. C'è anche la telefonata, sempre a Marra, del Prefetto di Milano, che si informa sulla questione delle firme false e gli riporta voce secondo le quali la decisione dell'ufficio elettorale di accogliere il ricorso dei Radicali sarebbe "infondata". Proprio come Palazzo Chigi ha confermato la telefonata per Ruby, anche la Prefettura ha confermato la telefonata per Formy, dicendo che "rientrava nell'ordinarietà" dei rapporti istituzionali».

E tutto per inserire la Minetti in lista?
«Tutto per manovrare posti fino all'ultimo, Minetti inclusa. E sai cosa? Il "bunga bunga" sarà tormentone a reti unificate delle prossime settimane, ma della truffa contro gli elettori lombardi si continua a parlare solo nelle cronaca milanesi di qualche giornale».

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