sabato 30 ottobre 2010

Ruby, Marcegaglia: "Politica senza dignità" Avvenire: "Il decoro è un dovere del premier"


"Il Paese è in preda alla paralisi, l'azione del governo non c'è in un momento molto difficile per l'economia. Serve cambiamento di passo". Emma Marcegaglia spara una bordata contro l'esecutivo che fa rumore. Soprattutto perché, nel pieno del caso Ruby , pronuncia parole che suonano come un monito al premier: "E' necessario ritrovare il senso delle istituzioni e il senso della dignità, altrimenti non si va avanti".

"A Genova avevo detto che la nostra pazienza stava finendo - ricorda il numero uno degli industriali - a Prato avevo detto che finalmente che qualche cosa si era mosso, era stato fatto, anche con l'elezione del ministro dello Sviluppo economico, ma ora ci risiamo". Segnali isolati a quanto pare. "Ora ci risiamo, si è riaperto uno
scontro interno alla maggioranza con molta violenza, una nuova ondata di fango, lambisce la credibilità delle Istituzioni e del Governo". Ed ancora: "E' piuttosto squallido che molti deputati della maggioranza pensino a loro futuro piuttosto che all'oggi del Paese. E questo è inaccettabile. Non possiamo pensare a gente che pensa ad andare di qua e di là".

Sono duri i toni usati dal leader degli industriali. Che rimarca la distanza tra la necessità di una crescita e il livello attuale del dibattito politico. "Per non perdere posizioni competitive il Paese non deve perdere il senso di sè e in questo momento il rischio mi sembra forte. Se ogni giorno il dibattito politico viene travolto da questioni che nulla hanno a che fare con un'agenda seria, noi ci arrabbiamo e ci indigniamo" scandisce Emma Marcegaglia. Che chiede anche di riprendere "l'agenda delle riforme vere per ridare crescita e occupazione al Paese". Secondo Marcegaglia, tuttavia, "Confindustria non dice che la responsabilità è del presidente del Consiglio. Bisogna che la politica nel suo complesso reagisca". Non con il voto, però: "Continuo a pensare che andare a votare in questa situazione è molto complicato. Resto dell'idea che non si debba andare alle elezioni, perchè ad aprile c'è il piano di crescita e competitività da approvare in Europa. Abbiamo bisogno di serietà e che si facciano le cose per il Paese".

Ed è vibrante anche il richiamo del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire al premier, che ieri ha pubblicamente rivendicato la libertà e difeso con orgoglio il proprio stile di vita e il suo rapporto con le donne, sottolineando di non essere intenzionato a cambiare alcunchè.

"Noi siamo convinti - scrive il giornale della Cei in un editoriale siglato dal direttore Mario Tarquinio dedicato al 'caso Ruby' - che l'Italia e gli italiani si aspettino da chi siede al vertice delle istituzioni dello Stato la dimostrazione di sentirsi gravato oltre che di un indubbio e legittimo potere, di doveri stringenti. Sobrietà personala e decoroso rispetto di ciò che si rappresenta sono quelli minimini. E riguardano tanto il linguaggio quanto lo stile di vita".

"Non ci piace guardare dal buco della serratura - continua l'editoriale - e del personale stato di salute dei nostri politici ci interessiamo con sommo rispetto e soltanto lo stretto necessario. Ma lo sguardo che riserviamo ai fatti della nostra politica è diretto e attento. E lo stato di salute delle istituzioni repubblicane ci preme moltissimo". Per il giornale dei vescovi un altro "punto nodale" è se Silvio Berlusconi "in qualità di primo responsabile del potere esecutivo della Repubblica abbia operato o meno una inconcepibile pressione indebita sulla Questura di Milano".

Urso: "Ha ragione".
"La Marcegaglia ha pienamente ragione cosi' non si puo' andare avanti, e come maggioranza abbiamo il dovere di rispondere all'appello drammatico delle imprese con atti concreti''. Così Adolfo Urso, vice Ministro allo sviluppo economico e coordinatore nazionale del comitato promotore di Futuro e Liberta'.

Sacconi: "Nessuna paralisi".
"Sette inchieste in venti giorni attorno al premier costituiscono di per sè una dimensione che non può non far pensare ad un accanimento organizzato o quantomeno convergente di tutti quei settori economici, politici e istituzionali che non hanno mai accettato l'esito del voto popolare, che aspirano al potere senza la fatica e la responsabilità del consenso". Lo afferma il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi che replica alle parole della Marcegaglia: "Tutto si può forse dire tranne che il governo sia paralizzato".

Bersani: "Berlusconi se ne vada". "Le notizie che emergono da Milano ci dicono una cosa chiara: Berlusconi non può stare un minuto di più in un ruolo pubblico che ha indecorosamente tradito" dice il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. "L'Italia - sottolinea Bersani - ha una dignità che non può essere messa a repentaglio davanti al mondo. L'Italia ha dei problemi che devono essere finalmente affrontati in un clima di serietà e di impegno. Ormai il tempo è finito. Bisogna aprire una fase nuova".

Di Pietro: "Umiliata la Questura".
L'aspetto più deplorevole è "l'umiliazione a cui il presidente del Consiglio ha sottoposto i funzionari della questura di Milano" afferma Antonio Di Pietro. "Cos'altro deve aspettare il Parlamento - si chiede l'ex magistrato - prima di togliere la fiducia a questo satrapo nostrano?".

Schifani: "No all'instabilità".
"In un momento così complesso e di crisi è forte il rischio di speculazione. Il paese non può permettersi fasi di instabilità, incertezza, contrapposizione politica forzata" afferma il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo al convegno dei giovani imprenditori di Confindustria. "E' bene - aggiunge - evitare crisi di sistema irreversibili e ciascuno, di ogni ordine e grado è chiamato all'esercizio del buon senso e della ragionevolezza".

(30 ottobre 2010)

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