mercoledì 29 giugno 2011

Caro Pancho, prenditela con Di Pietro

Il presidente Sel risponde alla lettera aperta del senatore Idv Pancho Pardi pubblicata domenica sul Fatto

di Nichi Vendola

Caro Pancho,

la tua lettera al Fatto di qualche giorno fa mi offre l’occasione per ribadire quello che sostengo da molto tempo e che, anche quando ero l’unico a porre questa questione, ha costituito il punto di riferimento della mia iniziativa. Devo dirti che trovo un po’ curioso il fatto che tu rivolga a me la tua preoccupazione sulla natura del centrosinistra che verrà mostrando una qualche incertezza sul mio pensiero su questo punto. Ho sempre ripetuto che per battere Berlusconi e la sua destra sia necessario porsi il problema di battere il berlusconismo, di mettere in crisi l’egemonia culturale su cui ha costruito il suo consenso.

Perché questo obiettivo possa essere conseguito, sono convinto che sia necessario lavorare fin da ora (anzi da ieri) a una proposta di governo il cui segno sia esplicitamente alternativo a quello che ha dominato questi lunghi anni di buio e che oggi mostra i primi segni di cedimento. Si tratta di costruire una proposta che non si limiti a dire no alla precarietà, ma che dica anche come facciamo a combatterla, magari cominciando dall’abolizione della legge 30 e dalla ridefinizione di un patto con un’intera generazione oggi condannata a un eterno presente privo di qualsiasi prospettiva di futuro. Si tratta di fare della difesa e della valorizzazione dei beni comuni il punto di riferimento di questa prospettiva e di scegliere in modo deciso la strada delle energie alternative come strumento di difesa dell’ambiente e di sviluppo del territorio. Si tratta di rimettere al centro la democrazia nelle Istituzioni come nel mondo del lavoro. Insomma, si tratta di sottrarre la nostra discussione a quell’insopportabile dimensione nella quale la rappresentazione di sé prende il posto del confronto sul merito delle questioni.

Nello stesso modo ho proposto e propongo che oggi e non chissà quando si decida insieme di celebrare, attraverso le primarie, un percorso aperto e partecipato con cui scegliere non solo la leadership, ma anche il profilo politico e culturale della nostra proposta.

Ovunque lo si è fatto (salvo Napoli dove comunque il profilo che più chiaramente ha proposto una svolta, quello di Luigi De Magistris, ha ottenuto uno straordinario risultato) abbiamo ottenuto vittorie importanti, in qualche caso addirittura straordinarie.

Con i Pisapia e gli Zedda, non hanno vinto i “candidati alla Vendola” (per citare il segretario del tuo partito), ma una idea della politica e della costruzione concreta dell’alternativa. È in queste vittorie e nello straordinario risultato dei referendum (di chi li ha con coraggio promossi, di chi li ha sostenuti, di chi vi ha lavorato con passione e determinazione come l’esperienza dei comitati ci insegna) che dobbiamo cercare la strada.

Come dovresti sapere, non ho mai condiviso l’impostazione che una parte del Pd ripropone ritualmente sul tema delle alleanze. Considero del tutto sbagliata l’idea che l’ingegneria delle alleanze, un po’ più al centro, un po’ più moderati, possa condurci alla vittoria. Anzi sono convinto che l’idea che ha accompagnato gli anni del bipolarismo italiano fatta di neocentrismo e di attenzione a tutto tranne che al merito delle questioni abbia avuto un ruolo per nulla secondario nella lunga serie di sconfitte che abbiamo alle spalle. Non l’ho condivisa anche quando nella mia regione, alla vigilia delle ultime elezioni, il tema dell’allargamento al centro come condizione necessaria e preventiva era posta non solo dal Pd, ma anche dal tuo partito. Allora come oggi ho sempre risposto che nessuna coalizione alternativa può nascere dai veti, agiti o subiti che siano.

Per questo, anche oggi, penso che dobbiamo fare tutti un passo avanti. Anche quando su di me si concentrano polemiche che francamente trovo un po’ fumose. Anche quando il segretario del tuo partito dichiara che vanno bene le primarie, ma senza candidati alla Vendola... che significa?

Io davvero non l’ho capito. Tuttavia, la priorità non è questa e quindi continuerò a lavorare perché il centrosinistra che verrà sia capace di proporre al Paese una prospettiva utile per uscire dalla crisi in cui versa. Un abbraccio.

Nichi Vendola, Presidente di Sinistra Ecologia Libertà

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